Riccardo Catria QuartetMantra's Dance
C’è un suono che colpisce.
C’è un suono che scolpisce e lascia un segno.
Quello di Riccardo Catria va diretto al cuore.
Il flicorno e la tromba spesso sordinata sono l’estensione della sua anima che è giovane e colorata.
Suoni interiori che egli esplica con un pensiero sottile che porta al canto e alla voce. Una idea di bellezza che è scura ma allo stesso tempo luminosa, melodica e ricercata come le sue composizioni che si muovono tra ballate e ritmi binari funk e pop
oltre che con un doveroso omaggio a Kenny Wheeler.
Mantra’s Dance è un lavoro intriso di passione e dedizione.
Una opera prima che, ne sono certo, poserà la prima pietra
per la costruzione di un grande palazzo.
Nel ricco panorama del trombettismo italiano mancava una voce così misurata e onesta.
Paolo Fresu
Riccardo Catria, segnatevi questo nome. Io l’ho fa:o, nella mia agenda, diversi anni fa, quando Riccardo era un ragazzino poco più che adolescente, coi capelli ricci e lo sguardo sveglio. Suonava già la tromba in modo divino, ed era già interessato alla composizione. Poi, per diverso tempo ho avuto anche il privilegio di averlo tra i miei studenB al conservatorio di Perugia, dove tu:e le idee che mi ero fa:o sul suo meraviglioso talento hanno trovato assoluta conferma.
Oggi, ascoltando questo suo lavoro, vengo rapito dal suo suono morbido, vellutato, che ricorda quello di due grandi maestri come Enrico Rava e Paolo Fresu, e ascolto un compositore che compie il pregevole sforzo di essere melodico, se questo termine può avere ancora un senso.
O:o brani, tuG originali ad eccezione del poeBco omaggio al grande Kenny Wheeler, lirici, distesi, niente fre:a, nulla da dimostrare se non che la musica è so:o controllo ed è in buone mani. Lorenzo Francioli al pianoforte, Alessandro Bossi al basso ele:rico e Nicola Pitassio alla ba:eria sono dei fantasBci compagni di viaggio, a loro agio sia in atmosfere sognanB come quelle di Acchiappasogni o di Rose e in groove ad alto contenuto energeBco come quelli di Mr Roy e di Mantra’s dance. Un bellissimo debu:o da leader per questo giovanissimo musicista umbro che ho nel cuore. Vi ho già de:o di segnarvi il suo nome?
Massimo Morganti
“Mantra’s Dance nasce dall’idea di circolarità, come un mantra che si ripete. La musica si basa sulla ripetizione, che rispecchia le azioni quotidiane che tutti noi compiamo. Queste iterazioni cicliche e il modo in cui le affrontiamo riflettono la persona che siamo e che diventeremo. Il ciclo di vita, morte e rinascita, noto come Samsara, è spesso rappresentato da una ruota, conosciuta come la Ruota dell’esistenza. La stessa teoria è stata espressa anche nel mondo occidentale, ad esempio da Pitagora nella sua dottrina esoterica influenzata dai culti orfici secondo cui l’essere umano è caduto dalla sua purezza originaria e solo attraverso un grande sforzo morale e intellettuale, può riconquistarla e liberarsi dal ciclo delle rinascite. Insomma il nostro destino e ciò che gli ruota attorno è nelle nostre mani, ciò che facciamo è un riflesso di ciò che siamo.”
Riccardo.